Negli ultimi giorni di febbraio 2019 sindacati confederali e di base hanno organizzati il fermo di facchini e autisti in diverse aziende che operano nelle consegne nell'ultimo miglio. Coinvolta anche Amazon.

Il trasporto espresso e le consegne per il commercio elettronico sono al centro di diverse vertenze che riguardano sia i lavoratori all'interno dei magazzini, sia quelli al volante dei furgoni. Il caso più eclatante, che ha ottenuto anche l'attenzione dei giornali nazionali, è lo sciopero proclamato da Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti Uil degli autisti che lavorano per le imprese di autotrasporto che svolgono le consegne di Amazon il Lombardia,che si è svolto il 26 febbraio 2019 e ha compreso anche un presidio sotto la sede della multinazionale del commercio elettronico. Secondo i sindacati, il 70% degli autisti ha sospeso l'attività.
I sindacati chiedono l'apertura di un Tavolo di trattativa sulle condizioni di lavoro degli autisti, ma la multinazionale ha respinto tale richiesta, rinviando la questione alle imprese cui ha affidato l'ultimo miglio. In una nota, la società scrive che "per le consegne ai clienti, Amazon Logistics si avvale di piccole e medie imprese specializzate. Attraverso i fornitori di servizi di consegna, gli autisti percepiscono salari competitivi e benefit. Amazon richiede che tutti i fornitori dei servizi di consegna rispettino le leggi vigenti e il Codice di Condotta dei Fornitori di Amazon, che prevede salari equi, orari di lavoro e compensi adeguati: effettuiamo verifiche regolari e conduciamo indagini su qualsiasi segnalazione di non conformità". L'azienda ha precisato che avverrà un incontro con l'associazione Assoespressi.
Sulla vicenda è intervenuta anche Conftrasporto (cui aderisce Amazon attraverso la consociata Federlogistica) secondo cui lo sciopero di ieri è "strumentale". In una nota, il vice-presidente Paolo Uggè afferma che "Amazon non ha propri autisti, ma si avvale di fornitori terzi, ai quali chiede di rispettare le norme contenute nel CCNL logistica e trasporti. Per quanto concerne il tema delle assunzioni, va preso in considerazione il fatto che il mondo del trasporto sta mutando e dobbiamo prenderne atto: la natura stagionale del lavoro di consegna per l'e-commerce porta necessariamente a un aumento delle assunzioni durante i periodi di picco, a cui segue un calo nei periodi immediatamente successivi".
Anche il fronte dei sindacati di base è caldo e il SiCobas ha organizzato scioperi alla Ups, alla Sgt e a Zara. Secondo fonti sindacali, il 22 febbraio si sono fermati i lavoratori delle piattaforme Ups di Milano, Brescia, Verona, Carpi e Bologna per chiedere il pagamento del Tfr, il riconoscimento del livello secondo l'accordo e il passaggio da part time a full time. Il 25 febbraio è stata la volta di Sgt, i cui facchini e autisti si sono fermati in diverse piattaforme, tra cui quelle di Roma, Milano, Bologna, Modena e Brescia per chiedere il pagamento puntuale degli stipendi e protestare contro "la continua incertezza in cui vivono i lavoratori". Prosegue la lunga vertenza dei lavoratori delle imprese che operano per Zara con uno sciopero il 26 febbraio della piattaforma di castel San Giovanni, in provincia di Piacenza, contro la chiusura del magazzino di Reggello.
Il 20 febbraio è iniziato lo sciopero indetto dalla Filt Cgil nella piattaforma logistica Ilip di Bazzano (Bologna) dei dipendenti della cooperativa Gto, che gestisce la movimentazione in parte dell'impianto. I lavoratori hanno iniziato l'agitazione dopo avere appreso della messa in liquidazione della cooperativa, di cui sono soci-lavoratori, con conseguente affitto del ramo a una nuova coop che, secondo il sindacato, "vede come amministratori e fondatori alcuni degli amministratori della stessa Gto o i loro parenti più prossimi". La Filt aggiunge che "tutti i ratei di Tfr degli oltre 60 lavoratori maturati da marzo 2016 ad oggi non sarebbero mai stati depositati al Fondo di tesoreria dell'Inps, e quindi accantonati, come dovuto per Legge, e non sarebbero disponibili nemmeno nella liquidità della attuale cooperativa". A ciò si aggiunge la richiesta di riconoscimento degli aumenti previsti dal rinnovo del Ccnl Logistica, Trasporto Merci e Spedizione sin dal febbraio del 2018 e al pagamento delle integrazioni degli eventi di malattia ed infortunio.

(fonte trasportoeuropa.it)

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