Il ministro dei Trasporti ha convocato i sindacati per il 6 giugno 2019 allo scopo d'illustrare il suo programma di riorganizzazione del ministero, con l'aumento dei Dipartimenti da due a tre. E Rixi si sfoga: è impossibile lavorare con lui".

Dopo che la Lega ha liberato le due poltrone al ministero dei Trasporti, a causa dei guai giudiziari di Siri e Rixi, il ministro Danilo Toninelli ha deciso di ristrutturare il ministero. Non è detto che questi eventi abbiano una correlazione, ma sicuramente ora il ministro non ha ostacoli politici all'interno del dicastero per proporre la sua ristrutturazione, che illustrerà il 6 giugno ai sindacati. Secondo alcune anticipazioni, il Decreto prevede tre Dipartimenti, ossia uno in più rispetto ai due attuali: a quelli per le infrastrutture e dei trasporti i aggiungerebbe quello per lo sviluppo delle costruzioni edili e idriche, le risorse umane, strumentali e informatiche. Questi tre Dipartimenti sarebbero poi suddivisi in quindici Direzioni generali.
Resta ancora ignoto il destino politico del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Per ora non si parla di sostituire l'ex vice-ministro Edoardo Rixi e l'ex sottosegretario Armando Siri, anzi il capo della Lega, Matteo Salvini, cui erano in quota i due esponenti estromessi, ha dichiarato che non vuole rimpiazzarli bensì rimetterli al loro posto. Piuttosto, potrebbe essere lo stesso Toninelli a rischiare il posto, perché nei giorni scorsi si è parlato di rimpasto del Governo, citando esplicitamente il ministero dei Trasporti. Le Lega ha ormai messo nel mirino il ministro pentastellato e in un'intervista al Messaggero l'ex vice-ministro Rixi ha affermato che "era impossibile lavorare con Toninelli".
Rixi ha anche rivelato i retroscena su alcune nomine: "Da qualche tempo il ministro grillino ha proceduto a nomine, come il presidente dello Stretto, in settori che riguardavano le mie deleghe senza neppure consultarmi. E ha finito per occupare militarmente tutti i posti all'interno del dicastero, spesso senza alcuna attenzione al merito. E questo non è giusto, né corretto".

(fonte trasportoeuropa.it)

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