L'Amministrazione Federale delle Dogane ha annunciato il 5 novembre 2019 la conclusione di un'indagine su un'azienda di autotrasporto svizzera che utilizzava semirimorchi italiani per svolgere trasporti interni.
La normativa svizzera è molto rigorosa sul cabotaggio stradale, che non è in nessun caso permesso perché non esistono accordi bilaterali con l'Unione Europea. Quindi, qualsiasi veicoli industriale con targa estera non può svolgere trasporti stradali all'interno della Confederazione e ciò vale anche per semirimorchi trainati da trattori immatricolati in Svizzera. Lo mostra chiaramente l'indagine chiusa ieri dall'Amministrazione Federale delle Dogane, che ha interessato una società di trasporto con sede nel Ticino e controllata da un'impresa italiana. Secondo l'inchiesta, iniziata lo scorso aprile, questa impresa svizzera dal 2014 al 2019 ha svolto 584 autotrasporti all'interno della Svizzera agganciando trenta semirimorchi con targa italiana e immatricolati dalla capogruppo italiana. Il comunicato dell'Agenzia precisa che i trattori che agganciavano questi semirimorchi erano regolarmente immatricolati in Svizzera. Ma ciò non è bastato per evitare le sanzioni, che per ora prevedono la richiesta di tributi doganali per 50mila franchi, con la possibilità di sanzioni individuali alle persone sotto inchiesta. La capogruppo italiana portava in Svizzera i semirimorchi nell'ambito di regolari trasporti internazionali, poi le unità venivano usate in fase di rientro per trasportare merce tra la Svizzera interna e il Ticino. L'Agenzia non ha fornito i nomi delle imprese indagate.
(fonte trasportoeuropa.it)