La Carta di qualificazione del conducente è un ostacolo per il reclutamento o al mantenimento di autisti di veicoli industriali, in una fase dove mancano in tutta Europa? È una domanda apparsa dopo la crisi britannica e proprio dalla Gran Bretagna parte la richiesta di una sua riforma. In un post su Twitter, il Polict Director dell’associazione degli autotrasportatori Road Haulage Association, Duncan Buchanan, ha scritto, a proposito dell’allentamento delle regole sul cabotaggio stradale: “Non capisco perché @grantshapps (il ministro dei Trasporti, ndr) e @BorisJohnson (il primo ministro, ndr) hanno deciso di non modificare le regole del Cpc (la nostra Cqc, ndr) per far tornare gli autisti del Regno Unito. Invece avremo migliaia di camion che operano nel Regno Unito senza pagare tasse, nessuna tassa sul carburante, autisti al di sotto del salario minimo. Ho capito che è una crisi, ma questa è l'opzione peggiore”.
In particolare, l’associazione britannica chiede modifiche soprattutto alla norma che impone il rinnovo ogni cinque anni, che sarebbe un incentivo per molti autisti anziani ad abbandonare l’attività. Il Governo potrebbe anche farlo, vista l’emergenza, ma deve affrontare l’ostacolo dell’Unione Europea. Infatti quando è uscita dall’Unione la Gran Bretagna ha firmato un ponderoso accordo che impone la reciprocità in diversi campi, tra cui le norme per il reciproco riconoscimento delle autorizzazione alla guida dei veicoli industriali. E tra queste c’è anche l’obbligo di mantenere la Carta di qualificazione del conducente con tutte le procedure per conseguirla e rinnovarla.
Eppure, per Londra c’è una speranza, quella che sia la normativa comunitaria a cambiare. Spinte in tal senso stanno giungendo da alcune associazioni dell’autotrasporto dell’Unione, anche loro preoccupate che la Cqc incentivi l’abbandono degli autisti esperti e ostacoli il reclutamento di quelli più giovani. In un articolo del 12 ottobre 2021, il giornale danese Lastbil Magasinet ha riportato le dichiarazioni di Carina Christensen, Ceo dell’associazione dell’autotrasporto Itd, secondo cui gli autisti anziani sono una preziosa risorsa per l’autotrasporto (“oro al volante” li ha definiti): “Abbiamo bisogno di tutta la manodopera che possiamo attrarre in questo momento in cui le aziende hanno sempre più carenza di autisti. Dobbiamo fare il possibile per mantenere i lavoratori anziani nel mercato del lavoro ancora più a lungo. Ecco perché abbiamo bisogno di un pacchetto di misure per loro".
Queste misure comprendono anche un’azione a livello comunitario per eliminare, per gli autisti che hanno un certo numero di anni di lavoro in cabina, il corso di aggiornamento che serve per rinnovare la Carta di qualificazione del conducente ogni cinque anni. “Un’esenzione aiuterebbe mantenere al lavoro più anziani. Stiamo avviando un dialogo in tal senso con il Governo danese per portare la questione nell’Unione”, ha aggiunto Christensen.
Una spinta importante per la riforma della Cqc potrebbe venire anche dalla potente associazione tedesca Bgl, che a ottobre a diffuso un documento che riporta le sue proposte per affrontare la carenza di autisti. Il terzo punto del documento elenca alcune azioni per ridurre gli ostacoli amministrativi e burocratici e tra questi c’è l’esonero della formazione legata alla Cqc per gli autisti che hanno almeno dieci anni di esperienza. Tra gli altri punti segnaliamo l’estensione della patente B alla guida dei veicoli con massa complessiva fino a 7,5 tonnellate e la guida accompagnata dall’età di 17 anni per conseguire le patenti C e CE.
Ma la riforma comunitaria della Carta di qualificazione europea non sarebbe un percorso facile, perché richiede la complessa e lunga procedura di revisione della Direttiva UE 2003/59/CE e la sua successiva adozione da parte di tutti gli Stati membri. Ma c’è il tempo di farlo prima che la carenza di autisti esploda anche sulla nostra sponda della Manica?
(fonte trasportoeuropa.it)