In Italia circola un parco veicoli industriali “vetusto, insicuro e inquinante”: quasi 430.000 mezzi sono ante Euro V, contando solo quelli con targa italiana, di cui il 92% con oltre 15 anni di anzianità. La loro sostituzione, con un piano di rinnovo di durata non superiore al decennio, consentirebbe un abbattimento delle emissioni di CO2 di 87 miliardi di kg, una riduzione dei consumi di carburante del 10%, un risparmio di spesa di 49 miliardi di euro, e una riduzione degli incidenti stradali del 48% (210.000 in meno).
I dati sono emersi nel corso della conferenza stampa organizzata questa mattina a Roma dall’Unrae (Unione nazionale rappresentanti veicoli esteri), nella Sala emiciclo del ministero delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili.
Tutto questo in un contesto di transizione molto delicato, ha precisato il presidente della sezione veicoli industriali Paolo A. Starace nel suo intervento, in cui i costruttori sono chiamati a dare il loro contributo per mettere in atto soluzioni per gli obiettivi di decarbonizzazione.
Starace ha insistito sulla necessità di un impegno del governo per un piano pluriennale di rinnovo del parco veicoli.
Trasporti e Logistica: le strade per la transizione ecologica
Nel corso del convegno, Marc Aguettaz - Country Manager GiPA ha presentato lo studio "Trasporti e Logistica: le strade per la transizione ecologica". Il lavoro ha analizzato le nuove sfide per il settore sullo sfondo del PNRR legate a digitalizzazione, innovazione, transizione ecologica e inclusione sociale.
Secondo lo studio, un piano di rinnovo basato su un orizzonte decennale, oltre ad avere un impatto su ambiente e costi di gestione dei veicoli, permetterebbe anche di ridurre drasticamente il numero di incidenti annuali portandolo da 21.687 a 8.211 casi ogni 12 mesi, grazie all'utilizzo delle nuove tecnologie di assistenza alla guida. Ancora oggi il 94% delle immatricolazioni è assorbito da veicoli a motore diesel, con numeri residuali per le tecnologie a emissioni zero, come l'elettrico.
“Il rinnovo del parco dei veicoli industriali - ha sottolineato Starace - è il punto su cui bisogna lavorare nei prossimi 2-3 anni. Noi proponiamo di puntare su incentivi che obblighino ovviamente alla rottamazione dei veicoli più vecchi e con importi progressivi in base all'impatto ambientale dei nuovi acquisti”.
Starace ha proposto il blocco programmato alla circolazione dei veicoli più inquinanti e meno sicuri, la rimodulazione del bollo e il rimborso di pedaggi e accise in base al criterio ‘chi inquina paga’, la defiscalizzazione dei biocarburanti, oltre allo sviluppo della rete di ricarica dei mezzi elettrici e a idrogeno. “È necessario proseguire e rafforzare le politiche di sostegno al rinnovo del parco circolante – ha aggiunto -, incentivando la rottamazione anche per i rimorchiati, mentre a favore delle imprese è necessario prorogare e ampliare il credito d’imposta estendendolo a tutto il 2024, e rifinanziando senza soluzione di continuità la Legge Nuova Sabatini”.
Il problema carenza autisti
Al centro delle proposte emerse durante il convegno Unrae ci sono anche una serie di azioni sul fronte del codice della strada e della formazione per far fronte alla carenza di autisti.
Lo studio del Gipa ha evidenziato che in Italia ne mancano almeno 20mila e quasi la metà di quelli attivi (il 45,6%) ha più di 50 anni.
Starace ha chiesto il rilancio del Progetto giovani conducenti e un piano di sostegno alla formazione professionale da sviluppare in collaborazione con il Comitato Centrale dell’Albo Nazionale degli Autotrasportatori.
(fonte trasporti-italia.com)