La Polizia Stradale ha diffuso il rapporto sui controlli su strada svolti da gennaio a settembre del 2022, i cui risultati hanno già ottenuto una rapida risposta da parte dell’associazione degli autotrasportatori Trasportounito per quanto riguarda la corresponsabilità della committenza nelle infrazioni rilevate sui veicoli industriali. “Su 176 mila veicoli controllati dalla Polizia Stradale (da gennaio a settembre 2022) sono state comminate circa 60 mila sanzioni fra quelle ritenute più importanti”, scrive l’associazione in una nota, aggiungendo che “del totale delle sanzioni, i proprietari delle merci trasportate ne hanno ricevute, in contemporanea, soltanto lo 0,5% (circa 850) a dimostrazione del fatto che la corresponsabilità di filiera continua a non funzionare”.
Il segretario generale Maurizio Longo commenta: “Questi dati da un lato confermano il degrado del settore costretto a viaggiare sulla soglia costante della precarietà, dall’altro il fallimento di qualsiasi politica di filiera con la conseguenza di relegare l’autotrasporto nell’ultimo anello della catena del movimento delle merci in Italia, e quindi esposto a una competizione estrema che spesso si scarica negativamente sulla strada”.
Infatti, secondo Longo “gran parte delle irregolarità compiute durante le fasi dell’autotrasporto producono vantaggi su tempi di consegna, tariffe e condizioni operative, a favore dei committenti del trasporto, lasciandone però le responsabilità a chi svolge effettivamente il servizio con i propri mezzi. I dati sono eloquenti: il 12% dei conducenti non ha rispettato i tempi di guida e di riposo mentre un preoccupante 11% ha dimostrato irregolarità su pesi, dimensioni e fissaggio del carico”.
Trasportounito commenta anche i dati sugli incidenti, diffusi sempre dalla Polizia Stradale, sostenendo che nonostante il parametro chilometri/incidenti sia in lieve calo rispetto al periodo pre-pandemico i numeri assoluti restano piuttosto alti. “Tra le azioni da intraprendere occorre privilegiare quelle aventi capacità di prevenzione piuttosto che ricorrere alle classiche norme repressive post-danni”, aggiunge Longo e conclude: “Ciò significa sviluppare, potenziare e migliorare le infrastrutture stradali, le aree di sosta, la segnaletica, la messaggistica e anche l’uso degli strumenti tecnologici per ridurre le distrazioni di tutti i conducenti, responsabili ormai del 49% dell’incidentalità stradale”.
(fonte trasportoeuropa.it)