Sequestro della Guardia di Finanza di Reggio Calabria all’intero compendio aziendale di 20 imprese – 3 delle quali con sede in Germania – attive prevalentemente nei settori del trasporto merci su strada, del commercio di prodotti petroliferi e del trattamento e smaltimento di rifiuti non pericolosi
Il sequestro è scattato per 50 terreni e 10 fabbricati, 86 tra automezzi ed autoveicoli, anche di lusso, oltre 1 milione di euro in denaro contante, nonché ulteriori disponibilità finanziarie, per un valore complessivamente stimato in oltre 80 milioni di euro.
Si tratta dell’ultimo provvedimento scattato a seguito di una vasta indagine iniziata dal 2021 che aveva già portato all’esecuzione di sequestri cautelari personali nei confronti di 23 soggetti, tra cui i citati imprenditori, e sequestri reali per oltre 620 milioni di euro.
L’operazione Andrea Doria, infatti, mirava ad accertare un articolato sistema di frode fiscale, realizzata nel settore del commercio di prodotti petroliferi, imperniata su fittizie triangolazioni societarie, finalizzate ad evadere l’IVA e le accise, nonché sull’impiego di false dichiarazioni di intento, istituto che consente di acquistare in regime di non imponibilità. Le imprese, operanti nei settori del trasporto merci su strada, commercio di prodotti petroliferi e smaltimento di rifiuti non pericolosi, per le quali sono scattati i sequestri, sono tutte riconducibili a tre imprenditori reggini, ma si trovano in diverse regioni d’Italia – Piemonte, Lombardia, Trentino Alto Adige, Emilia Romagna, Lazio, Campania e Calabria – nonché In Germania. Ad eseguire le operazioni i Militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Reggio Calabria, con il supporto operativo dello S.C.I.C.O., sotto il coordinamento della Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria, diretta dal Dott. Giovanni Bombardieri. Il provvedimento è stato emesso dalla Sezione Misure di Prevenzione del locale Tribunale che dispone l’applicazione della misura di prevenzione patrimoniale del sequestro di beni – per un valore complessivamente stimato in oltre 80 milioni di euro.
Il sistema
In particolare, l’associazione avrebbe gestito l’intera filiera della distribuzione del prodotto petrolifero dal deposito fiscale fino ai distributori stradali finali, interponendo tra queste due estremità della catena una serie di operatori economici – imprese “cartiera” di commercio di carburante, depositi commerciali e brokers locali, trasporto delle merci e smaltimento dei rifiuti – con lo scopo di evadere le imposte in modo fraudolento e sistematico, attraverso l’emissione e l’utilizzo delle citate dichiarazioni di intento. Le società “cartiere” avrebbero asserito fraudolentemente di possedere tutti i requisiti richiesti al fine di poter beneficiare delle agevolazioni previste dalla normativa di settore, acquistando il prodotto petrolifero senza l’applicazione dell’I.V.A.. Tale prodotto, a seguito di meri passaggi “cartolari” tra le società coinvolte, sarebbe stato ceduto a prezzi concorrenziali ad individuati clienti, in danno, peraltro, degli onesti imprenditori del settore. Da ultimo, il sistema di ripulitura degli incassi sarebbe avvenuto anche per il tramite di famiglie di ‘ndrangheta portatrici di interessi nel settore della distribuzione dei prodotti petroliferi.
(fonte trasporti-italia.com)