Questa volta l'ennesima inchiesta sulle frodi fiscali legate al commercio di carburante ha avuto come centro Taranto, dove il 15 giugno la Guardia di Finanza ha annunciato la conclusione dell’operazione Gipsy Fuel. I Finanzieri hanno eseguito ordinanze di custodia cautelare nei confronti di quattordici indagati e un sequestro preventivo per sei milioni e 700mila euro.
L’organizzazione è accusata di avere venduto gasolio agricolo agevolato per uso in autotrazione. Il gasolio agricolo era acquistato da sei depositi compiacenti, che facevano figurare che la vendita era stata compiuta verso soggetti autorizzati usando autorizzazioni Uma false, intestate a posizioni cessate oppure ad aziende agricole ignare della fornitura.
Dopo il prelievo, il gasolio era venduto per l’autotrazione attraverso distributori abusivi situati nelle campagne di Laterza. Erano impianti artigianali che non seguivano alcuna norma di sicurezza, costruiti usando motori di vecchie lavatrici collegati a pistole erogatrici. Molti di tali impianti erano posti vicino a casolari abitati, con rischio per la salute dei residenti. Durante le indagini, i Finanzieri hanno sequestrato cinque di tali impianti, ma ciò non ha fermato la banda, che ha ne ha realizzati altri in posti diversi. Non solo: in una caso la banda aveva simulato il furto di gasolio già sequestrato per rivenderlo.
Gli inquirenti ritengono che la frode abbia riguardato 3,9 milioni di litri di carburante, causando un’evasione di accisa di 1,9 milioni di euro e dell’Iva di 725mila euro. Oltre a non pagare le imposte, la banda lucrava sulla differenza tra il prezzo di acquisto e quello di vendita, guadagnando così almeno 6,7 milioni di euro. Al termine dell’indagine, la Finanza ha sequestrato beni per 6,7 milioni, più dodici autocisterne usate per il trasporto del gasolio. Gli indagati sono accusati, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata al falso, alla sottrazione di imposta e all’emissione di fatture per operazioni inesistenti.
(fonte trasportoeuropa.it)