Il 25 gennaio 2019 il titolare di un'impresa di autotrasporto di Aprilia è stato rinviato a giudizio per omicidio stradale: gli inquirenti lo ritengono responsabile della morte di un suo autista in un incidente stradale.
Il 27 aprile del 2017 il camion guidato da Domenico Di Liscia, un autista quarantenne di Anzio, alle 22.00 uscì di strada mentre percorreva l'Aurelia nel territorio di Orbetello. Dopo essere uscito di strada, il veicolo si ribaltò e s'incendiò,causando la morte dell'autista. Il sostituto procuratore di Grosseto, Arianna Ciavattini, aprì un'approfondita inchiesta, che coinvolse anche un perito medico-legale e un ingegnere, concludendo che l'incidente non era dovuto a un colpo di sonno o un malore, bensì a difetti di manutenzione del veicolo, che montava anche un serbatoio di gasolio supplementare da 600 litri che sarebbe stato installato in modo abusivo, ossia senza averlo segnato sulla carta di circolazione. Inoltre, il camion, immatricolato vent'anni prima, aveva la revisione scaduta. Secondo la ricostruzione del magistrato, l'autoarticolato ha urtato il new jersey e poi si è ribaltato. Un corto circuito nato dai cavi elettrici del trattore ha innescato l'incendio del gasolio uscito dal serbatoio supplementare, che si presto esteso all'intera cabina.
Da questa ricostruzione emerge la corresponsabilità del titolare dell'impresa di autotrasporto che possedeva il camion e quindi il sostituto procuratore ha chiesto il rinvio a giudizio per il titolare dell'impresa di autotrasporto per omicidio stradale. Il 25 gennaio 2019, il titolare dell'azienda, che ha sede ad Aprilia, è stato rinviato a giudizio per omicidio stradale dal Giudice per le indagini preliminari di Grosseto. L'uomo, che ha solo 23 anni, dovrà affrontare il processo perché secondo l'accusa ha agito "per colpa consistita in negligenza, imprudenza e imperizia" e perché avrebbe violato le norme che regolano le modifiche costruttive dei veicoli e quindi avrebbe dato al suo autista un autoarticolato, immatricolato ben vent'anni anni prima, che non era "idoneo alla sicurezza del lavoratore". Tra gli elementi dell'accusa c'è il mancato aggiornamento (e quindi il mancato controllo da parte della Motorizzazione) della carta di circolazione del camion dopo avere installato il serbatoio supplementare che prese fuoco durante l'incidente. Il processo dovrebbe iniziare il 30 maggio 2019.
(fonte trasportoeuropa.it)