La Fiap precisa che tra i motivi che fondano la protesta degli autotrasportatori non c'è solo l'eliminazione dello sconto sul gasolio per i camion Euro 3 ed Euro IV, ma ci sono anche i costi minimi e i tempi di pagamento.

In una nota diffusa il 5 novembre 2019, l'associazione degli autotrasportatori Fiap (che aderisce all'Unatras) precisa che l'ipotesi di fermo annunciata dall'unione dell'autotrasporto i giorni scorsi non è strettamente connessa all'eliminazione dello sconto sulle accise per i veicoli industriali con motore Euro 3 (dal 2020) ed Euro IV (dal 2021), ma si fonda anche su altre questioni ritenute altrettanto importanti. "Occorrono interventi che producano realmente minori criticità, più sicurezza e qualità nel lavoro delle imprese. Azioni che non possono prescindere dal rispetto, serio e controllato, delle norme, senza il quale i danni, soprattutto economici, per le imprese sono gravissimi", spiega Alessandro Peron, direttore dell'associazione. In particolare, Peron si riferisce al calcolo e alla pubblicazione dei costi minimi d'esercizio dei veicoli e al rispetto della normativa sui tempi di pagamento, che considera "due elementi a probabile incidenza zero sui costi dello Stato ma che, se sostenuti con l'introduzione dell'indeducibilità delle fatture non pagate, darebbero alle imprese una prospettiva di corretta marginalità, liquidità e tutela. E i pilastri normativi per questi provvedimenti già ci sono".
Sulla questione delle accise interviene il segretario nazionale Silvio Faggi, che ribadisce i dati presentati da Conftrasporto lo scorso ottobre a Cernobbio che "evidenziano come i veicoli pesanti contribuiscano solo per il 4,6% sui valori dell'inquinamento nazionale totale, rispetto alla media europea del 5,9%, contro i ben più alti valori della manifattura - 20,5%, e della produzione di energia – 35%". Faggi precisa che durante l'incontro del 14 novembre al ministero dei Trasporti "ribadiremo che lo scopo della riduzione delle accise era ed e quello di contrastare la concorrenza nel mercato dei servizi, offerta da imprese estere che acquistano la materia prima gasolio ad un costo nettamente inferiore".
La Fiap rilancia anche la questione degli incentivi per il rinnovo del parco. Il Decreto 124/2019 che stanzia 25,8 milioni in più rispetto ai consueti fondi per gli investimenti dell'autotrasporto non bastano secondo Faggi a permettere un adeguata sostituzione dei veicoli industriali vecchi con modelli meno inquinanti: "Sarebbe stato meglio lungimirante iniziare col facilitare il ricambio del parco veicolare con opportuni incentivi e trasferimenti di risorse per il settore, piuttosto che con una sforbiciata alle agevolazioni, dagli effetti economici, a ben vedere, contenuti". Infine, il presidente Massimo Bagnoli dubita che dopo l'incontro con la ministra Paola De Micheli " vi sia la disponibilità delle associazioni, e di Fiap per prima, a cedere per piccole concessioni. La consapevolezza dell'impatto di una azione di fermo e grande, e non permette la sua svalutazione. E una questione di sostenibilità delle imprese e di lavoro in condizioni di legalità".

(fonte rasportoeuropa.it)

Rispondi

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.