Protesta degli autotrasportatori siciliani ai porti di Palermo, Catania e Termini Imerese. All’origine dei blocchi, il caro navi legato all’aumento delle tariffe per il trasporto delle merci via mare a causa dell’adeguamento dell’adeguamento alla direttiva europea Imo 2020 che ha imposto agli armatori di utilizzare un carburante che abbia l’85% in meno di ossidi di zolfo.

Le associazioni italiane siciliane hanno quindi dato avvio alla protesta all’alba di ieri. La protesta, annunciata da Mariano Ferro leader dei Forconi, è supportata anche da Aitras e da Trasportounito.

“Sicilia e Sardegna sono la punta di un iceberg di disagio disperazione e rabbia - ha dichiarato Maurizio Longo, Segretario generale di Trasportounito -. La totale incapacità del governo e della politica di comprendere che l'innalzamento di costi e delle barriere infrastrutturali annientano territori come quelli delle due isole maggiori, sommata all’indifferenza con la quale si affrontano le rilevanti ripercussioni generate da normative internazionali e comunitarie, generano le premesse per innescare conflitti sociali che, auspichiamo, non escano fuori controllo”.

Lo sciopero è in atto nonostante la convocazione da parte del Governo di un vertice proprio su questa tematica.

"Il Governo nazionale ha ritenuto di non invitare la Regione Siciliana e i rappresentanti regionali degli autotrasportatori al tavolo che si svolge oggi, a Roma, sugli aumenti del costo del trasporto marittimo. Abbiamo dunque indetto per oggi alle 17.30, nella sede dell'Assessorato alle Infrastrutture a Palermo, una riunione straordinaria della Consulta regionale dell'Autotrasporto. Valuteremo, assieme ai rappresentanti della categoria, le iniziative da intraprendere sui pesanti rincari dei biglietti che l'Autotrasporto sta subendo, colpo durissimo per uno dei settori più strategici per l'economia siciliana”, ha detto l’assessore regionale alle Infrastrutture Marco Falcone.

(fonte trasporti-italia.com)

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