L’epidemia della Covid-19 sta colpendo le grandi imprese dell’autotrasporto industriale internazionale, che sono sotto il fuoco incrociato tra una drastica riduzione della domanda di trasporto, causata dalla chiusura o il rallentamento di numerose fabbriche europee, e limitazioni e rallentamenti nel transito di alcune frontiere. Tra le società colpite c’è il colosso ungherese Waberer’s International, che già prima della pandemia mostrava segni di sofferenza. Già da qualche giorno girano sui social network immagini di camion fermi in alcuni piazzali della società e il 24 marzo l’azienda ha diramato una nota dove annuncia “misure speciali” con effetto immediato.

Il provvedimento principale riguarda il fermo di “una parte significativa” della flotta di veicoli industriali. L’azienda non precisa il numero, ma tenendo conto della dimensione del parco potrebbe trattarsi di qualche centinaio di automezzi, con relativi autisti. Waberer’s International ha avviato un programma di rimpatrio di veicoli e conducenti rimasti fuori dai confini nazionali.

Poiché la crisi sembra durare, l'autotrasportatore ungherese sta trattando con i sindacati per “razionalizzare” la forza lavoro. Per ora non parla esplicitamente di licenziamenti, ma di congelamento delle assunzioni, rinegoziazione dei salari e congedi non retribuiti. “Questi sono tempi senza precedenti che richiedono un'azione senza precedenti”, spiega Barna Erdélyi, Ceo di Waberer’s International. “Sono fiducioso che le misure introdotte oggi trovino un attento equilibrio tra il necessario miglioramento delle nostre finanze e il mantenimento del livello di servizio, garantendo la sostenibilità delle operazioni negli attuali tempi difficili".

Barna Erdélyi è stato nominato Ceo a interim di Waberer’s International (dalla sua posizione di Cfo) il 23 marzo, al posto del tedesco Robert Ziegler, che ha lasciato improvvisamente l’azienda dopo un anno dalla nomina. La società non spiega i motivi di questo repentino cambiamento, che probabilmente deriva proprio dallo stato di crisi causato dalla pandemia di Covid-19.

Per comprendere la situazione in cui si opera in Ungheria, l’autista di qualsiasi veicolo industriale che entra nel Paese svolgendo un trasporto dall’Italia con destinazione Ungheria e guidato da un ungherse deve sottoporsi a una quarantena di quattordici giorni dopo lo scarico e dopo tale periodo può accettare un trasporto di ritorno solo se non è emerso alcun sintomo di Covid-19.

Questo vale per gli autisti ungheresi, perché se l’autista è straniero le regole sono ancora più ristrette. Per prima cosa deve usare dei corridoi stradali definiti. Il veicolo deve avere a bordo guanti di gomma, mascherine e disinfettanti. Durante la consegna dei documenti nel carico e scarico l’autista non può avere contatti diretti col personale dell’azienda e durante le operazioni deve restare in cabina.

(fonte trasportoeuropa.it)

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