La moglie del camionista: «Quella tratta la percorreva poco e sarebbe andato in pensione tra un anno»
24 marzo 2019 Bondeno. La salma di Cesare Bordoni, il camionista di 56 anni morto in un incidente giovedì a Vezzano (Trento), è stata riportata a casa ieri pomeriggio dalla moglie Gloria e dai figli. Il corpo si trova nella camera mortuaria di Bentivoglio, a pochi chilometri da San Pietro in Casale dove l’uomo, nato a Bondeno, ha sempre vissuto.
la moglie
«Una tragedia – dice con un filo di voce Gloria Bordoni – Quando ci hanno chiamato ci è crollato tutto addosso. Di solito Cesare lavorava su Milano e Torino, Trento non era la sua zona. E oggi non c’è più».
Il 56enne giovedì è rimasto travolto dalla motrice del suo Tir. L’uomo stava lavorando in una piazzola per attaccare il rimorchio, quando la motrice si è mossa, ha cercato di salire a bordo ma non è riuscito ad entrare nella cabina ed è precipitato in un dirupo, perdendo la vita sul colpo, mentre il camion è rimasto in bilico sopra di lui.
«Ce lo siamo riportati a casa - continua la moglie - Lui partiva il lunedì mattina presto qui da San Pietro in Casale e andava verso nord. Lavorava come camionista da quando aveva 18 anni, appena presa la patente. Esperienza ne aveva da vendere...Era prudente, sempre attentissimo. Sarebbe andato in pensione l’anno prossimo, si sarebbe potuto finalmente godere la vita. E invece...».
i figli
Cesare Bordoni lascia la moglie e due figli. Il più grande ha 31 anni e anche lui fa il camionista. Il più piccolo ha compiuto sedici anni ieri. «Sedici anni appena...Non riusciamo a capire cosa sia successo, ci sembra adesso tutto così assurdo». La data dei funerali non è stata fissata anche se forse saranno già lunedì prossimo.
la dinamica
Una disattenzione fatale, dettata quasi sicuramente dalla fretta: è quella costata la vita al camionista nel tentativo di fermare il suo camion, messosi in movimento nel piazzale del bar «Al Bersaglio».
L’uomo, contando sulla rapidità dell’operazione di aggancio del rimorchio, era sceso dalla cabina di guida lasciando il mezzo con il motore acceso, il cambio in folle e senza azionare il freno di stazionamento.
L’altro ieri i carabinieri del radiomobile del capoluogo hanno curato assieme ai funzionari del corpo permanente gli accertamenti per ricostruire con precisione l’accaduto. Una volta terminate le delicate e complesse operazioni di recupero e messa in sicurezza del veicolo, grazie all’abilità dei vigili del fuoco permanenti, il Volvo è stato esaminato a fondo.
esclusi i guasti
È stata così esclusa la possibilità che il Volvo 540 Fh potesse aver accusato dei guasti ed è emerso appunto come il mezzo nel momento in cui si è mosso fosse acceso, in folle e senza il freno a mano.
Secondo quanto ricostruito, Bordoni una volta tornato a Vezzano da una prima consegna a Riva del Garda, senza rimorchio, si era apprestato ad agganciarlo al camion per partire per la successiva destinazione con il carico di legname che si trovava proprio sul rimorchio. In retromarcia, ha portato a termine l’operazione, con la campana (l’alloggiamento in coda alla motrice) che ha agganciato il timone del rimorchio. A quel punto, con la consapevolezza che il camion era bloccato dal peso del rimorchio, in sosta con i freni attivati, Bordoni è sceso. Ed ha trovato la morte.
(fonte camionistionline.com)