Un Tribunale norvegese ha condannato l’ex presidente della società di autotrasporto Vlantana Norge, che sta subendo una procedura di fallimento, al pagamento di venti milioni di corone (circa due milioni di euro) a cinquantadue autisti ex dipendenti dell’azienda. Lo scrive il sito norvegese FriFagbevegelse dopo la sentenza. Gli autisti, quasi tutti dell’Europa orientale, hanno fatto causa direttamente contro l’ex presidente Vladas Stoncius Junior proprio perché la sua società era ormai in bancarotta e non aveva i fondi per un eventuale risarcimento.

La richiesta si basa su irregolarità negli stipendi, inferiori a quanto previsto dalla normativa norvegese, accompagnate da doppi fogli sulle presenze e manipolazione della documentazione. I legali della società hanno replicato che queste irregolarità sono sorte per errori e incomprensioni, una tesi non accolta dai giudici.

Durante il processo, un assistente del direttore traffico della PostNord – che ha affidato a Vlantana Norge il trasporto di container – ha testimoniato che la sua impresa ha pagato viaggi per periodi di dodici ore, mentre i fogli di lavoro della Vlantana Norge mostrano guide per periodi di quattro ore e mezzo. Secondo i giudici, questo sistema che pagava gli autisti la metà rispetto al lavoro svolto era la regola nell’azienda di autotrasporto.

Al termine del processo, ogni autista ha ricevuto un risarcimento medio di 300mila corone, pari a circa 29mila euro, con una punta massima di 700mila corone (circa 67mila euro). Vladas Stoncius Junior ha dovuto anche pagare 6,7 milioni di corone (circa 645mila euro) di spese processuali. Ma la vera importanza della sentenza sta nella sua funzione deterrente nei confronti di altre imprese di trasporto norvegesi che intendono sottopagare gli autisti immigrati.

(fonte trasportoeuropa.it)

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